Musicoterapia

La Musicoterapia, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di comunicare, con l’aiuto del terapeuta, attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale partendo dal principio dell’ISO (identità sonora individuale) che utilizza il suono, la musica, il movimento per aprire canali di comunicazione ed una finestra nel mondo interno dell’individuo. Dal punto di vista terapeutico essa diviene attiva stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva, impiegata in diverse problematiche come prevenzione, riabilitazione e sostegno al fine di ottenere una maggiore integrazione sul piano intrapersonale ed
interpersonale, un migliore equilibrio e armonia psico-fisica.

Il modello di musicoterapia a cui fa capo tale disciplina è il modello di Roland Benenzon, metodo di stampo psicoanalitico e psicodinamico e si rivolge a pazienti che presentano difficoltà nella comunicazione e nella relazione, siano esse di natura organica o di natura psicogena.

Tale musicoterapia è basata sul concetto di relazione, che avviene tra paziente e musicoterapeuta e si instaura in un contesto non-verbale, nel quale l’atteggiamento dovrebbe essere aperto all’osservazione ed all’ascolto del paziente, permettendogli di trovare uno spazio nel quale esprimersi ed essere contenuto. Nel contesto nonverbale il sistema percettivo del Pz viene stimolato da codici di comunicazione alternativa alla parola quali linguaggio corporeo, sonoro, musicale e da stimoli tattili, visivi e percettivi : l’obiettivo è il miglioramento dei processi comunicativi e relazionali del Pz. Il suono, la musica, il movimento e l’improvvisazione vengono utilizzati
per creare effetti regressivi e catartici al fine di avviare processi diagnostici e di cambiamento che prendano in considerazione la relazione tra l’uomo ed il suono.
Tra i due principali campi di intervento , un primo indirizzo è di orientamento psico-pedagogico o pedagogico che trova applicazione nell’ambito delle strutture educative, un secondo indirizzo è di tipo clinico e psichiatrico dove si prospettano attività nell’ambito di enti ospedalieri, case di cura e centri di assistenza e riabilitazione. La varietà dei campi di applicazione della musicoterapia trova giustificazione nel fatto che i vari orientamenti di questa
disciplina perseguono obiettivi differenti.
Le sedute di musicoterapia possono essere individuali o di gruppo e sono rivolte a persone di ogni fascia di età e tra i campi applicativi rientrano:
– Disturbi emotivi del bambino e dell’adulto (ansia, depressione, disturbi da attacchi di panico, insonnia);
– Disturbi relazionali del bambino e dell’adulto;
– Corso di preparazione al parto;
– Disturbi mentali (nevrosi, psicosi ed altre malattie psicosomatiche del bambino e dell’adulto, anoressia);
– Disturbi pervasivi dello sviluppo (autismo, sindrome di Asperger, sindrome di Rett );
– Handicap psichico, fisico e sensoriale;
– Disturbi del linguaggio e deficit uditivi, disturbi specifici di apprendimento;
– Esiti di coma;
– Patologie neurologiche (ictus, morbo di Parkinson ecc);
– Senescenza patologica (demenza senile, morbo di Alzhaimer, disturbi relazionali dell’anziano).

Obiettivi generali delle sedute di musicoterapia
– Aprire canali di comunicazione (intrapsichici – extrapsichici);
– Vincere le proprie paure, saper contenere ed orientare le emozioni e l’aggressività nel rapporto
interpersonale, sviluppare la capacità di dominare impulsi irrazionali;
– Canalizzare le ansie;
– Stimolare l’espressione dei sentimenti per favorire la motivazione, la gratificazione e l’autostima;
– Migliorare la socializzazione e l’interazione, incoraggiando al sorriso, al gusto di vivere, cercando di far vivere esperienze positive e gratificanti;
– Stimolazione attiva e multisensoriale;
– Sviluppo dell’espressione corporea;
– Stimolo al contatto con la realtà, aprendo più canali di comunicazione: espressivi, affettivi, di percezione e di comprensione;
– Stimolo del ricordo (Vissuto/identità);
– Sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo;
– Stimolo delle funzioni cognitive, attivando le capacità di base partendo da ciò che la persona oggetto in terapia è in grado di fare: attenzione , concentrazione, percezione, osservazione, memoria, rapporto spazio/tempo;
– Aiuto allo sviluppo psico-motorio;
– Migliorare le capacità ortofoniche del linguaggio attraverso attività di discriminazione prosodica,
simbolico-gestuale e grafico-ritmica della parola.

– E’ preferibile sottoporre l’utente dalle 4 alle 10 sedute individuali, con cadenza settimanale, della durata di 50 minuti ( più 10 minuti per scrivere un verbale), prima di inserirlo in contesto di gruppo, per poter dar modo di entrare in relazione.
– Le sedute di gruppo, della durata di 1 ora e 20 minuti con cadenza settimanale, comprendono massimo 4 utenti.